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Quale posto occupa Jean-Luc Nancy nella storia recente della filosofia? Forse un luogo di soglia tra la fine dell' ethos fenomenologico e un modo inedito della decostruzione, di cui egli è l'artefice. È la nozione della comunicazione a venir qui adoperata per ricostruire una fisionomia coerente del suo pensiero, attraverso una messa in dialogo anzitutto, ma non solo, con la speculazione di Merleau-Ponty, di Agamben, di Sartre, di Bataille e di Lévinas. La nostra - si dice - è una società della comunicazione. Cosa però si intenda con quest'espressione è tutt'altro che chiaro. Quali sono i requisiti della comunicazione? Spesso pensiamo che per comunicare è necessario condividere qualche cosa di comune, cioè appartenere a una comunità già data. Se fosse vero il contrario? Se la comunità fosse un'esperienza che -anziché precederla - nasce dalla comunicazione? E c'è qualcosa come un senso comunicabile nei nostri incontri? Queste e altre domande circa la comunicazione possono essere poste e affrontate in modo nuovo proprio grazie a un percorso sistematico attraverso il pensiero di Jean-Luc Nancy, senz'altro il filosofo francese di maggior successo della sua generazione.